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Libro “Una lunghissima notte” Recensione di
Emanuela Catania
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Recensione di

Una lunghissima notte

Annalisa Strada

Pelledoca editore

Seguo con grande attenzione il lavoro di Pelledoca editore. Una casa editrice che ha scelto di collocarsi in una nicchia del panorama editoriale piuttosto scoperta: quella del brivido. Quindi mistero, azione, suspence sono gli ingredienti principali di tutte le storie, che si rivolgono ad un pubblico di preadolescenti e adolescenti, dai 10 anni in su, anche se molte storie sono apprezzabilissime da un pubblico adulto.
Quella in foto è una delle novità presentate a Bologna. L’autrice è Annalisa Strada #unalunghissimanotte è un romanzo che consiglio dai 13 anni in su che presenta tutti gli ingredienti cult di un thriller in piena regola.
Una ragazza di 13 anni, durante una giornata iniziata come tutte le altre, si trova a vivere una terribile avventura. Infatti la madre, misteriosamente, quel giorno non rientra a casa dopo la scuola e non lo farà fino a notte inoltrata. Così la ragazza, il cui padre e la cui sorella vivono lontano per ragioni di lavoro e di studio, si trova completamente sola in una casa piuttosto isolata. E si trova a fronteggiare diverse situazioni strane: il cane, anche lui, è sparito; la luce ad un tratto salta; il telefono è guasto. Cosa sta succedendo? E che fine ha fatto la mamma?
L’elemento rassicurante, vista l’età del pubblico di riferimento, è costituito da una serie di interviste a posteriori che di tanto in tanto interrompono la narrazione, lasciando intendere che tutto si è concluso bene per la protagonista.
Tuttavia qualcuno muore in questa storia, cosa piuttosto insolita in un romanzo per ragazzi di questa età.
Roald Dahl, lo cito spesso, diceva che le storie di paura per bambini devono, in primo luogo, fare paura. Sosteneva che i bambini e i ragazzi sono avidi di elementi macabri e spaventosi e che se si vuole dar loro una dignità di lettori, bisogna offrirglieli. Voi cosa ne pensate?
Il finale è il pezzo forte del romanzo. Sembra in un primo momento frettoloso e convince poco. Ma solo perché resta qualcosa da scoprire. Qualcosa, neanche a dirlo, di davvero inquietante. 

 

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